Tra le onde by Namwali Serpell

Tra le onde by Namwali Serpell

autore:Namwali Serpell [Serpell, Namwali]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2023-10-01T13:49:53+00:00


SECONDA PARTE

≈≈≈

Uno

≈≈≈

C mi sta aspettando fuori, vicino a un bidone della spazzatura. Ci ha appena buttato dentro le pantofole da ospedale, e adesso non mi guarda, guarda la strada, ma in un modo che mi fa capire che sa che la sto guardando. Io sono ancora nel negozio – uno costoso, a Hayes Valley – e sono in coda, in attesa di pagare i mocassini nuovi che si è già messa. Inizia a lucidarsi la punta di una scarpa contro la parte di dietro dell’altro polpaccio, o forse si sta grattando perché le prude. Vorrei che mi guardasse, che lasciasse che un sorriso le illuminasse la faccia come il sorgere del sole. Il suo sorriso è bello, e utile. Ma è raro e sparisce in fretta, come una cosa che chiude le ali.

«Cinquantuno dollari e settantasei, signore», dice la cassiera, tenendo lo scanner sulla scatola vuota.

Io le allungo la carta di credito, trasalendo tra me e me. Non sono abituato a prezzi del genere. Quando esco dal negozio, C è appoggiata al muro, come un ombrello, come una cosa che potrei semplicemente prendere e portarmi via. Così lo faccio. La prendo per un gomito, la stacco dal muro e le faccio strada lungo il marciapiede, mettendo il braccio sotto il suo. Nell’altra mano tiene una delle scarpe con il tacco di ieri sera, perché non le entra nella borsa. La fa dondolare mentre parliamo del più e del meno.

«È caldo oggi, lo so, ha fatto così tanto freddo, non so mai cosa mettermi in questa città, mi piacciono le stagioni vere, i posti dove il clima segue uno schema, già, qui non riesco mai a ricordarmi se è autunno o primavera, praticamente è: ragazzi, oggi la temperatura sarà tra i dieci e i venticinque gradi, già, a volte un po’ più freddo, ma non sai mai quanto freddo, le stagioni sono semplicemente... irragionevoli, proprio così, direi fuori stagione, e poi c’è la nebbia che mischia tutto, è assurdamente instabile, da un momento all’altro potrebbe esserci tutto un altro clima, ci sono minacce dovunque ti giri, qui si muove tutto, secondo te che cosa è successo? Non lo so, voglio dire, potrebbe essere stato di tutto, siamo proprio al confine di tutto, già, l’oceano, le tempeste, i terremoti, il meteo, dicono che produca questi... com’è che si chiamano? Micro...? Sì, microclimi, no? Dicono che si vede nelle foglie, nel modo in cui cambia il verde, il ritmo secondo cui i fiori sbocciano e muoiono, ma non fioriscono tutto il tempo, accidenti?».

«Colazione?». Indico una tavola calda un po’ più in là.

«Oh, non lo so». Un sorriso timido, labbra chiuse.

Ha trascinato i piedi tutta la mattina. Ha insistito per portarsi dietro la sua unica scarpa con il tacco dall’albergo anche se non troverà mai quella che ha perso e io le ho appena comprato un paio di scarpe nuove. Adesso sta disincastrando il braccio dal mio, in procinto di tirarsi fuori da questa situazione. Ed è in questo momento che il ragazzo compare.

«Come butta, amico? Sei tornato? Che fa Mo?».



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